Intorno alla metà degli anni ‘80 la “maestra” del corso di yoga, che frequentavo con la mia compagna, organizza una serata di saluto di fine corso, dove uno degli “allievi” presenta una proiezione di diapositive seguita da un rinfresco.
La tecnica usata per il montaggio delle diapositive necessita di due proiettori che agiscono alternativamente creando l’effetto di dissolvenza incrociata - sottolineato dal sottofondo musicale scelto ad arte per valorizzare sia le singole immagini che il fluire del “racconto” - e di una centralina che coordina il tutto.
Perché di un vero e proprio racconto si tratta e tutti ne siamo ammirati, io non avevo mai visto un montaggio di questa fattura. L’autore è Fausto con il quale non manco di complimentarmi e a cui non posso non chiedere chiarimenti riguardo alla tecnica. Comincia così la nostra amicizia, durata trentacinque anni.

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Mi aveva così colpito la tecnica della dissolvenza incrociata che gli ho chiesto se potevo seguirlo durante la realizzazione del suo prossimo “lavoro”.
Abbiamo iniziato a scrivere lo “storyboard” immaginando un viaggio tra realtà e sogno intitolato “Miraggio”.
Il "lavoro" è durato mesi. La scelta delle immagini, delle musiche, dei tempi di dissolvenza, lo studio di “effetti speciali” con la sovrapposizione di immagini, la sincronizzazione delle stesse con le musiche, ci aveva assorbito completamente.
Era un terreno nuovo per me, mai esplorato e, forse, ci siamo fatti prendere la mano: risultò un “lavoro” della durata di 45 minuti. Lo presentammo agli incolpevoli corsisti di yoga. E con nostra grande meraviglia riscosse un vasto e sincero interesse. Si decide così di aderire ad un concorso nazionale di audiovisivi indetto da prestigiose associazioni di fotografi, ma il limite temporale da rispettare non poteva superare i 10 minuti. Il lavoro di “sfoltimento” fu particolarmente faticoso; non volevamo perdere gli “effetti speciali” e nella stesso tempo mantenere la fluidità del racconto. Fu certamente il senso pratico di Fausto che si impose riuscendo a comprimere il tutto nel tempo richiesto e presentare a Milano la proiezione che, è giusto dirlo, ricevette una targa di segnalazione.

È iniziata così una lunga produzione di audiovisivi, ad alcuni dei quali ho contribuito anch’io, che ha caratterizzato l’attività di fotografo amatoriale di Fausto. E nei circoli fotografici Bresciani l’eco delle sue opere moltiplicò gli inviti per serate di proiezione.

 

Il breve video, che si attiva con un click sull'immagine Miraggio, è la versione digitale, ridotta, della proiezione di diapositive montata nel lontano 1988

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