Abbiamo avvistato l'aquila. Alle pendici del monte Guglielmo
in località Costarica, lambendo le rocce della "Corna Tiragna", è comparsa
all'improvviso, silenziosa. |
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L'aquila dalle nostre parti se n'era andata nei primi anni del secolo scorso,
cacciata dai bracconieri e privata delle sue prede abituali. |
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Sulla via del ritorno verso il "Dos del sabiu" abbiamo bussato alla porta di un'antica malghetta appollaiata su un pendio di abeti e faggi molto scosceso, affacciata su la "Val de la Lana". C'eravamo passati spesso durante le nostre peregrinazioni intorno al "Guglielmo", ma questa volta un allegro vociare proveniente dall'interno ci incuriosì. L'accoglienza fu senz'altro cordiale sottolineata da una fetta di torta e dal classico bicchiere di vino. Era un gruppo di cacciatori che avevano trascorso la notte del sabato ospiti del proprietario della malga che ultimamente aveva trasformato in una confortevole baita senza snaturarne l'aspetto. |
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Al mattino avevano perlustrato la zona più per la voglia di una camminata che per abbattere delle prede. Ci confermarono che i boschi circostanti la Valle di Inzino ospitano almeno 500 caprioli; purtroppo, a circa cento nuovi nati all'anno corrispondono altrettante perdite dovute quasi totalmente ai bracconieri. |
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Questo "prelievo" dissennato impedisce alla
popolazione di raggiungere un numero sufficiente a garantire un naturale ricambio
generazionale ed un sostanziale equilibrio tra i selvatici tale che un'apertura
controllata e legale della caccia non incida sulla sopravvivenza della specie. |
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Personalmente crediamo che la caccia abbia esaurito da tempo il suo ruolo di integratore della magra dieta dei montanari e non si possa annoverare tra gli sport, avendo come obbiettivo l'abbattimento di un essere vivente. Ma comprendiamo come siano radicate tra le nostre genti alcune tradizioni e quali passioni susciti ogni controversia sulla caccia. Ci auguriamo che una saggia amministrazione del patrimonio faunistico da una parte e la comprensione che alcuni sacrifici di oggi renderanno più fertile il domani dall'altra, possano convergere per ridare al nostro territorio quella ricchezza e vitalità dei boschi che già fu nel passato. E un giorno ci accorgeremo che osservare gli animali liberi di vivere nel loro territorio procura emozioni più intense del momentaneo delirio di potenza che può dare una fucilata a tradimento. |