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Adele aveva una grande passione per la musica operistica, passione ereditata dal padre, Martino. In quegli anni alla radio trasmettevano intere opere dei più grandi compositori e lei rimaneva sveglia fino a tardi la sera seguendole parola per parola sui libretti operistici, che acquistava risparmiando sulla paghetta settimanale, e per non disturbare spegneva la luce sfruttando solo la tenue luminosità del quadro di sintonizzazione dell'apparecchio radio.
Quando Ernelia e Gianni si assentavano lasciandola a casa da sola o con Antonello, cantava le romanze più amate imitando le grandi cantanti dell'epoca. Adele amava in particolar modo la Tebaldi, ne ammirava il rigore e la serietà e pur riconoscendo il genio della Callas non accettava quell'aura da tragedia greca che la avvolgeva. L'acquisto di quei fragilissimi dischi grandi come una pizza costituiva un piccolo raro evento. Venivano tolti con cura dalla custodia e dopo aver provveduto al cambio di una puntina nuova, si poteva ascoltare quel piccolo miracolo della tecnica; (la lettura del segnale avveniva tramite una punta di acciaio che entrando nei solchi riproduceva le frequenze dei suoni, e la punta sfregando sul duro ma fragile materiale che costituiva il disco, forse ardesia, si consumava velocemente alterando la qualità del suono).
Anche con Maria Angela, diventata ormai una graziosa bambina, Adele trovava il modo di coltivare la sua passione per le opere liriche sottoponendola, non sempre consenziente, a lunghe sedute di vestizione e di acconciatura delle chiome secondo i modelli delle eroine dei grandi melodrammi di cui la madama Butterfly era il cavallo di battaglia.

Adele rimase in famiglia condividendo tutto fino alla fine degli anni cinquanta quando conobbe Piero con cui si sposò poco dopo e da cui ebbe quattro figli: Manuela, Cecilia, Luisa e Massimo.
Adele ci ha lasciati dopo una lunga e dolorosa malattia pochi giorni prima che morisse Gianni. |
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