|

Ernelia non ama molto cucinare, sa preparare egregiamente alcuni piatti "importanti", ma non è la sua passione, ciò che invece la coinvolge e la impegna molto è la confezione degli abiti per sé, per Adele, Antonello e Maria Angela, passione e abilità che riuscirà a trasmettere ad Adele ma non a Maria Angela.
Per Gianni ci si affida ad un sarto e la confezione di un abito è un avvenimento che vede mobilitarsi tutta la famiglia. Si inizia con la scelta della stoffa presso un grosso magazzino di tessuti e confezioni, cercando di spuntare sul prezzo un considerevole sconto: la trattativa poteva impegnare un intero pomeriggio passando da una stoffa all'altra escludendone alcune perché troppo care, salvo ritornarci successivamente con una nuova proposta di prezzo e così da capo; poi la decisione sulla metratura: se c'è un buon prezzo si può realizzare un doppiopetto con gilet e rinforzare i risvolti dei pantaloni naturalmente piuttosto abbondanti; infine la programmazione delle sedute con il sarto.
Qui Ernelia per costringere Gianni ad un preciso se pur minimo programma di prove deve far leva sull'intransigente e ferma consapevolezza della necessità di mantenere un certo decoro, anche per rispetto al pubblico che si rivolge agli uffici comunali, più che sulle sue capacità di persuasione raramente diplomatiche e sempre piuttosto spicce e dirette.
Fortunatamente per Gianni l'avvenimento non è frequente per l'abilità di Ernelia, da giovane aveva frequentato un corso di taglio e cucito, che le permette di recuperare egregiamente i capi che col tempo presentano evidenti segni di usura fino e di riadattarli rovesciando, all'occorrenza, la stoffa e utilizzandone, quando giunti all'ultimo stadio di conservazione, i resti per la confezione di capi per sé, per Adele e per i figli.
La vita in famiglia prosegue abbastanza tranquilla basta non sprecare nulla, utilizzare al meglio ciò che si possiede e pregare che non venga meno la salute. |
|