Una Storia Valtrumplina: Ernelia e Gianni
I fatti che caratterizzeranno i successivi anni '70 daranno a Ernelia e Gianni ulterirori motivi d'ansia.
Sono gli anni delle stragi e del radicalizzarsi della protesta giovanile e operaia entro la quale nasce e si sviluppa la lotta armata. Sono frange nettamente minoritarie, ma l'eco delle loro imprese irrompe quotidianamente dai telegiornali nelle case.
E' uno stillicidio che Ernelia vive con particolare ansia e non passa giorno senza che il pensiero dei "pericoli" che "minacciano" i suoi figliuoli non affiori alla sua mente e una frase ricorre sempre più frequente: "quanto è brutto il mondo".
Anche per Gianni il clima di violenza che si avverte, soprattutto dai servizi dei telegiornali, risulta incomprensibile anche se non c'è paragone con gli anni della guerra, ma la strage di piazza della Loggia a Brescia nel 1974 dimostra che il livello dello scontro politico si va agni giorno radicalizzando.
I contrasti in famiglia si acutizzano senza mai trascendere, per la mediazione di Ernelia e per il muto ritrarsi di Gianni di fronte alle "certezze" incrollabili dei suoi figlioli.
 Ad aggravare lo stato di apprensione sopravviene la crisi matrimoniale di Antonello che sfocerà nella separazione e poi nel divorzio. In questa circostanza Gianni, ma soprattutto Ernelia, pur non comprendendo il perchè di un epilogo simile, rispettano il silenzio di Antonello e la raccomandazione che è un problema suo e che lo risolverà lui senza che nessuno ne prenda parte.
Anche Maria Angela frequenta un giovane del paese, compagno di impegno politico e amico di Antonello dai tempi dello scoutismo. E' un rapporto tormentato e conflittuale, come i tempi in cui si sviluppa, ma è un rapporto duraturo.
E così tra alti e bassi quel decennio volge alla fine, non senza aver colpito al cuore anche le coscienze di molti giovani impegnati nei movimenti di estrema sinistra, con l'assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Gli anni che verranno saranno caratterizzati da una parola "riflusso".

|